Cos’ è la nuova Direttiva Europea sul Bilancio di sostenibilità?
In risposta alla crescente crisi del climatica, l’Unione Europea ha introdotto un regolamento noto come Direttiva Corporate Sustainability Reporting (CSRD), che entrerà in vigore nel giugno 2024, imponendo a circa 50.000 aziende che operano all’interno dell’Unione Europea (UE) di presentare una relazione annuale sulle loro emissioni, passate e presenti, a partire dal 2025. La CSRD si estende anche alle PMI quotate. Entro il 2028 anche le società extra-UE con attività nell’UE dovranno effettuare la rendicontazione. Ciò significa che rendere conto delle proprie emissioni farà parte del futuro prossimo, con l’obiettivo di accelerare la creazione di un mercato più trasparente e sostenibile.
Scadenze CSRD da ricordare
→2025. Le prime a iniziare la rendicontazione saranno le grandi aziende con sede nell’UE con almeno 2 dei 3 seguenti criteri: 40 milioni di euro di fatturato netto, bilancio totale di 20 milioni di euro, 250 dipendenti.
→2026. Le PMI quotate rientrano nell’ambito della CSRD nel 2026 e devono effettuare la rendicontazione nel 2027, ma hanno la possibilità di estendere il proprio obbligo di rendicontazione fino al 2028.
→2028. La CSRD entra in vigore per le società extra-UE con un fatturato annuo di 150 milioni di euro nell’UE e almeno una filiale nell’UE. Dovranno presentare la loro prima rendicontazione sulle emissioni del 2028, comprese le attività extra-UE, nel 2029.
Gli investitori cercano aziende sostenibili
Studi recenti riportano che il 69% degli investitori ha espresso l’intenzione di aumentare gli investimenti in imprese che gestiscono con successo le questioni legate alla sostenibilità. Inoltre, il 67% aumenterebbe gli investimenti in aziende che trasformano i propri processi per creare un impatto socio-ambientale positivo.
L’impatto dei trasporti
Nel contesto dei processi aziendali, la logistica svolge un ruolo fondamentale nel connettere i mercati e migliorare la produzione, garantendo il rapido flusso delle merci attraverso la supply chain. Nella value chain, il trasporto è fondamentale sia per la logistica in entrata, come l’approvvigionamento e la ricezione dei materiali, sia per la logistica in uscita, come la consegna dei prodotti ai clienti. Oltre a consentire la crescita dell’economia, permette anche la circolazione dei dipendenti, incidendo così sulle operazioni aziendali. Tuttavia, la crescita del settore dei trasporti porta con sé evidenti problematiche legate alla sostenibilità, incidendo negativamente sia sulla natura che sulla società. Nel 2019, il settore dei trasporti stradali ha contribuito al 25,9% delle emissioni totali di CO2 dell’UE. I trasporti sono anche una delle principali fonti di emissioni di ossidi di azoto e di particolato e contribuiscono in modo significativo all’inquinamento acustico, soprattutto con il traffico stradale. Inoltre, lo sviluppo delle infrastrutture per il trasporto sconvolge gli ecosistemi, riduce la biodiversità, frammentando gli habitat, e altera il paesaggio e le strutture del suolo.
Per soddisfare le rigorose normative UE sulle emissioni di carbonio, si dovrà lavorare sull’aumento di trasporti a emissione zero, arrivando ad almeno 400.000 entro il 2030 (ora ve ne sono meno di 4.000). Le nuove normative richiederanno infatti alle aziende di contribuire alla sostenibilità come mai prima d’ora. Per rivenditori, aziende di ecommerce e magazzini, ciò significa raccogliere dati in tempo reale sui processi e sulle emissioni, collaborando al tempo stesso con partner impegnati in pratiche sostenibili.
Infatti, la sostenibilità non è legata solo ai trasporti ma implica anche l’ottimizzazione di altri processi aziendali, come la riduzione dello spreco e del consumo di risorse con l’automazione e i flussi di lavoro digitali. Cosa dovrebbero fare le aziende per prepararsi a queste scadenze ravvicinate?
L’importanza della tecnologia
Tecnologie come l’intelligenza artificiale e il machine learning saranno fondamentali per accelerare la raccolta e i calcoli dei dati, nonché per ottimizzare i processi della supply chain. Le aziende devono infatti assicurarsi che i processi della loro supply chain e quelli dei loro partner siano ottimizzati ed efficienti prima di calcolare il proprio impatto ambientale.
PUDO per una logistica dell’ultimo miglio più efficiente
I servizi PUDO (Pick up-drop-off) stanno rimodellando la logistica dell’ultimo miglio in Europa, offrendo ai clienti modalità convenienti per il ritiro e la restituzione degli ordini online, eliminando le mancate consegne e riducendo, al tempo stesso, significativamente le emissioni, nonché i costi associati alle consegne a domicilio. Nei paesi nordici, la Francia, la Germania, i paesi baltici, la Repubblica Ceca e la Polonia, si stima che la Out Of Home delivery rappresenti più della metà di tutte le consegne di ordini.
Quali analitiche sono utili per migliorare l’impatto delle emissioni aziendali?
Le emissioni di CO2 possono essere ridotte analizzando le distanze percorse dai mezzi di trasporto, il consumo di carburante e le emissioni per identificare aree di miglioramento e stabilire processi più ecologici ed efficienti. Ad esempio, l’ottimizzazione dei percorsi basata sull’intelligenza artificiale è utile per trovare percorsi efficienti analizzando dati storici e in tempo reale, come traffico, riducendo così al minimo il tempo di viaggio e il consumo di carburante. Inoltre, l’analisi avanzata fornisce EDT (Previsioni sui Tempi di consegna) precisi per migliorare l’esperienza del cliente e ridurre le consegne mancate, che sono fra le principali cause di traffico e inquinamento. Infatti, costringono gli autisti a rimanere più a lungo sulla strada per effettuare molteplici tentativi di consegna. Considerando fattori come il traffico, la velocità degli autisti e la pianificazione dinamica, i tempi di consegna possono essere modificati mantenendo i clienti informati in tempo reale.